domenica 15 febbraio 2015

#Racconto ~ Prospettive Differenti PAG.1

Ecco il mio primo racconto ad "episodi" pubblicato sul canale. Nel video trovate alcuni dettagli sull'origine del testo e la narrazione della prima parte della storia. Sotto invece vi ho scritto il testo.
Spero vi piaccia! 

Un bacione dalla vostra pseudoscrittrice



Prospettive Differenti

PAG.1


Era un giorno qualunque. Un pomeriggio appena aperto. Un inattivo mercoledì di inizio anno. Quando udii dei rumori molesti, strani. Un vociferare anomalo che dal cancello si propagava verso il centro del cortile.
Improvvisamente, vedendo l’ansia negli occhi di mia madre, l’istinto mi disse di radunare tutti in bagno. Presi quindi mia mamma e mia sorella e ci chiudemmo a chiave. Attendemmo. Suoni di passi, forse di stivali tozzi, irruppero in casa. La porta era rimasta aperta, non avevamo nemmeno pensato di sigillarla. Se erano entrati con tanta facilità nella corte, nulla li avrebbe fermati dall’abbattere una vecchia cigolante porta in legno. Erano numerosi. Non sapevo chi fossero. Mia mamma li aveva intravisti ma al momento non le chiesi nulla. Eravamo in guardia. Scrutavo dalla serratura mentre in silenzio la famiglia ascoltava ed aspettava. Purtroppo lo spioncino era troppo piccolo per riconoscerli e nemmeno la prospettiva era d’aiuto. Allora mi spostai e tornai eretta. Stavano setacciando casa.
Ma da dove erano arrivati? Non mi porsi la domanda “cosa volessero” perché era palese. Volevano noi, volevano ognuno di noi. Erano entrati in ogni appartamento e li avevano condotti all’esterno per poi portarli in chissà quale luogo. Provammo a non fiatare finché non se ne furono andati. Successivamente, sempre chiusi nella stanza, riflettemmo sul da farsi. Dovevamo scappare da lì: eravamo in trappola.
Inoltre per quale motivo non avevano forzato la porta? Non avevano nemmeno tentato di entrare. Non aveva molto senso controllare tutte le mura tranne queste. Non ci dovevo pensare! Dovevamo agire e subito. Forse qualche vicino si era salvato come noi.  Avremmo potuto varcare il cortile per raggiungerlo e… In seguito fare cosa? Non ci pensammo. Bisognava muoversi. Senza farsi vedere né sentire.
Esplorai, aprendo leggermente la porta. Non c’era nessuno perciò uscimmo in salotto. Avevamo concordato di recuperare le cose più importanti. Poche cose che sarebbero rientrate negli zaini. Prima di tutto i gatti!
“Saranno scappati quando hanno aperto la porta” disse mia madre. Per nostro grande sollievo li trovammo proprio sotto i nostri occhi. Erano sul divano accucciati tra due cuscini e dormivano tranquilli. Dunque mia mamma corse immediatamente a recuperare la portantina. Mentre io, rimasta ad accarezzare i miei due micetti, pensavo a quanto fosse estremamente curioso che i sottoscritti non si fossero alterati dalla presenza di estranei. Nemmeno la femmina che scappava ogni qualvolta vedeva un piede che non appartenesse alla famiglia. Lasciai perdere i dubbi e andai a riempire lo zaino di materiali di prima necessità.
In cameretta mi accorsi che le figure che avevano invaso la nostra monotonia erano ancora presenti. Mediante la finestra del salone che era proprio parallela alla porta sotto la quale stavo, li vidi in cortile. Le tapparelle erano rimaste alzate. Preoccupate ci eravamo dimenticate di abbassarle. Muta mi giustificai con me stessa dicendo che sia lo strepito che la tapparella bassa li avrebbe attirati. Non ci eravamo accorte che erano rimasti fuori. Possibile?

CONTINUA...

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