mercoledì 15 gennaio 2014

Parliamo di... Mentalità ristretta giovanile

Oggi sono stata ad un colloquio collettivo per un'azienda di supermercati. Ho estratto alcuni paragrafi descritti nel mio diario personale in cui descrivo l'avvenimento ed alcune perplessità.


Al mio ritorno nella stanza la gente in appuntamento era aumentata quindi mi sono accomodata ed ho atteso ripensando alle possibili risposte che avrei potuto dare. Fortunatamente il colloquio è iniziato all’ora corretta grazie anche alla puntualità dei miei rivali  Mi sono seduta composta e l’ansia è cresciuta. Ho quasi iniziato a tremare ma la mia indole da attrice mi ha fatto rimanere seria. Dopo la breve presentazione iniziale ci hanno imposto due dialoghi proponendoci temi commerciali. Dovevamo inizialmente fare una graduatoria  da soli delle caratteristiche di commesso e prodotto, le quali erano riportate entrambe su una scheda e poi trovando dei compromessi e parlandone con i nostri pareri stilare una scaletta collettiva. Ho partecipato e mi son fatta sentire. Direi fin troppo, ma il troppo non è mai abbastanza. Avrei voluto strozzare più volte il tizio che mi stava accanto! Non stava zitto un minuto ed era palese che volesse monopolizzare l’attenzione! Ma il fatto è che parlava a vanvera.. certo aveva esperienza ma il fatto di aver conseguito vari esercizi non sempre ti porta ad averne le conoscenze. Quindi ciò che diceva spesso era infondato. E glielo facevo notare. Però devo anche ammettere che la sua ignoranza mi ha spronato a dialogare ed a mettermi in gioco. Infine, l’ultimo test consisteva nel descrivere con poche righe una persona del gruppo che ti aveva colpito. Con non troppa banalità quasi tutti si son rifugiati sul “pagliaccetto della classe”. Lui in sua risposta ha descritto la ragazzina di fronte con gli occhioni azzurri e la vocina da miss Italia.  Io ho voluto descrivere una ragazza che all’incirca si poneva diagonale a me. Una cuoca con le idee chiare e uno spirito determinato. Non se lo aspettava.
Ora ne spiego il motivo. Appena conclusa la prima scaletta individuale ho aperto il discorso ponendo le mie motivazioni sul numero uno. Lei mi ha contraddetto rispondendo con un’altra qualità che un addetto deve possedere cioè la cura della persona. Mi hanno lasciata perplessa i discorsi iniziali.
Capisco perfettamente che nell’ambito lavorativo una persona debba avere un aspetto consono al ruolo che ricopre. Bisogna però specificare il significato di queste due parole perché i ragazzi del colloquio lo hanno frainteso secondo me. Loro lo hanno considerato nel significato più frivolo e povero, cioè quello della fisicità, dei piercing, e tattoo. Tuttavia ciò che rappresentavano le parole secondo il mio punto di vista era differente. La cura personale è, sì, l’aspetto ma l’igiene di esso: una persona pulita e profumata, una persona sana, una persona che tratta il proprio vestiario, che presta tempo nell’adattare la propria acconciatura o il trucco. Non certo riguardante un piercing o un tatuaggio. Ribadisco il campo commerciale, il campo in cui lavorano commessi e cassieri di supermercati e negozi. Mi sembra un ragionamento e una considerazione all’antica quella dettata dalle voci di questo pomeriggio e mi sono meravigliata parecchio perché è di gioventù che parlo. Capirei ancora ancora se alcune cose le avessero dette degli anziani.
Ricordo quando lavorai in un negozio per infanzia. Ricordo che nonostante i miei capelli color carota e il piercing al sopracciglio, ricordo che sia i bambini che i nonni (clientela fissa e non) mi raggiungevano chiedendomi informazioni oppure chiedendomi un supporto e consiglio ed io sorridente (perché è il sorriso che dovrebbe stare al primo posto) gli rispondevo e rimanevo a chiacchierare con loro. Si spaventavano del mio aspetto? No. Il mio aspetto nonostante tutto rimaneva curato e positivo. Soprattutto affidabile agli occhi altrui anche se con un pezzo di ferro al sopracciglio e magari una tinta per capelli che non tutti avrebbero utilizzato.

(tu non sarai mai Hugh Jackman, MAI!)

Specifico comunque che un piercing è il minor male nell’aspetto per un commesso, alcuni dovrebbero ricordarsi di utilizzare il sapone più spesso.

Ora, se avete un vostro giudizio apprezzerei molto conoscerlo :) 

Un bacione da LaRaccontastorie

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