domenica 9 marzo 2014

Parliamo di... Lost



Sono l'unica a non aver compreso e condiviso il clamore causato da codesta serie televisiva?
Per amor della Dea Terra, è costruita bene! Nessuno potrebbe dire il contrario. Ma quello che mi domando se possa essere possibile che in realtà la fama di Lost non sia frutto dei lavori mediatici? Intendo: è possibile che la pubblicità (in tutti i suoi ambiti, compresa la nomina di J. J. Abrams) abbia influito sulla crescita degli spettatori e sul loro conseguente passaparola?

Molti lo hanno elogiato su basi evidenti, di seguito riassumo alcuni punti:


Interattività

Ciò che ha sollevato pareri positivi e apprezzamenti di questa serie è stato proprio il coinvolgimento che é stata in grado di creare col pubblico. Per diventare un grande prodotto commerciale che dia ottimi frutti ogni serie DEVE conquistare, farsi amare e seguire da un'enorme, fedele massa di fan che la promuovono parlandone in giro. In particolare, i fan di questa serie, cresciuti molto in fretta, sfruttando la potenza di Internet si riunivano in community di siti per discutere animatamente delle puntate appena andate in onda. Non si trattava del classico ritrovo per ammirare il beniamino di turno o della nuova infatuazione del protagonista, si trattava bensì di confessionali condivisi in cui esponevano le proprie supposizioni riguardo a ciò che stava accadendo nel telefilm. Infatti in questa serie c'è una massiccia dose di tensione mista a dubbi che lentamente vanno a risolversi per tutta la durata delle stagioni.

                                                                                                Link per l'immagine sopra

Ricordo quindi che non è né la prima e né sarà l'ultima serie che regalerà al mondo o a una piccola parte dei suoi abitanti pillole di misteri che non faranno dormire alla notte. Certo, Lost pone le sue solide fondamenta su di esso e come un gomitolo si srotola dalle loro mani ma ce ne sono a bizzeffe di telefilm in grado di donar le medesime sensazioni di alterazione. A me ad esempio ha coinvolto parecchio la serie (sottovalutata) Dollhouse in cui al termine di ogni episodio desideravo vederne il seguito. Ne sono stata drogata e per mia fortuna/sfortuna è durata solo due stagioni ed io avendo il vizio di scaricarle e gustarmele tutte d'un sol boccone ho completato la mia visione in poco più di tre giorni.


Sospensione e Cliffhanger

Ci si ricollega al fattore suspance di cui amo la presenza in qualsiasi ambito (cinema, letteratura, giochi, pure nella vita!). In ogni puntata si propone una domanda nuova. Nella prima stagione più di altre. Ci si chiede quale sia lo scopo della determinata introduzione e ci si anima quando si pensa di essere vicini alla soluzione. Infatti non sempre viene risolto il quesito a fine stagione, tantomeno a fine puntata. Non si tratta di una serie composta da piccole storielle distinte prive di collegamento logico. Quando si guarda Lost si viene bombardati da una serie di informazioni che lentamente, episodio dopo episodio, si scoprirà avere un legame e una spiegazione.


Poche puntate mi hanno soddisfatto appieno e in molte avevo le palpebre calanti. Infatti, su di me l'effetto sospensione ha causato una reazione di deja-vu comatoso. Nonostante si sia puntato molto sui finali ansiosi, io a volte non ho percepito l'impulso di pormi domande e quindi mi staccavo dal soggetto e mi concentravo immediatamente su altro.
Questo é accaduto un po' meno fra metà della seconda stagione e la terza. Ma già alla quarta mi son adagiata. Non parliamo della quinta allora! In quella ho dovuto lottare psicologicamente e fisicamente per condurmi al di fuori di quei gironi danteschi! E nel corso della sesta stagione ho avuto seri problemi. Nei momenti liberi, quando mi proponevo di andare avanti con la serie ero sconfortata e demoralizzata dal fatto che ci fossero altre. troppe, ore che dovevo ancora dedicare ad essa.


Storia

È un miscuglio di ingredienti differenti ben dosati che che secondo alcuni ha creato un'innovazione nel campo della tv. L'utilizzo di flashback, visioni, sogni, premonizioni, flashforward in contemporanea con la storia dell'isola e le singole storie sulle vite private dei personaggi sono un magnifico esempio di lavoro eseguito correttamente. Incrementano notevolmente la spettacolarità dell'idea di fondo. In questo caso il soggetto non può venire riassunto con una frase perché non rispecchierebbe appieno le diramazioni che lo compongono e che si prolungano attraverso vari spunti.


Per il resto la storia racchiude un po' di tutto ciò che può passare per la mente di un qualunque umano che ha vissuto fino adesso su questo pianeta, non ho notato nulla di futuristico.
Quando uscì la prima puntata in tv non la guardai e accantonai la sua visione fino a qualche mese fa. La traduzione che mi ero fatta in testa era che fosse solo il naufragio di differenti persone su un'isola magica, o almeno ciò era quello che mi era arrivato all'orecchio. Non mi aveva mai attratto nonostante le buone parole di tutti. Per curiosità ma soprattutto per riuscire a capire il borbottio generale su Lost mi son decisa a visionarlo, ora. 
La puntata che mi ha colpita ed entusiasmata maggiormente è stata la quinta della quarta stagione. Nella quale si affronta un viaggio nel tempo con Desmond.



Premetto che ho apprezzato la visione di questa serie che ha faticato a conquistarmi e ammetto che ho ancora parecchi dubbi su di essa. Non penso mi piaccia da impazzire nonostante sia un buon prodotto. E nonostante ci sia lo zampino di Goddard. 







E ribadisco il quesito che mi è sorto spontaneo già dai primi sguardi: la notorietà di questa serie televisiva (alcuni chiamano in modo supremo La serie televisiva) è dovuta veramente alla sua maestosità oppure, dietro un una direzione comunque di altissimo livello, è frutto di un capiente movimento di voci osannatrici? 

Personalmente l'ho trovato molto sopravvalutato.

P.S. Gli effetti speciali mi hanno lasciata perplessa nella prima stagione; si puó sorvolare su questi dettagli nel 2000 avanzato?



EPISODIO PREFERITO
#5 della 4^ stagione
Viaggio nel tempo di Desmond

#11 della 6^ stagione
La (apparente) realtà alternativa di Desmond

PERSONAGGIO PREFERITO
Nonostante (come ogni santa donna che abbia intrapreso questa "fantastica avventura" di inseguire i quesiti di Lost) mi sia innamorata pazzamente dell'affascinante, premuroso e prototipo quasi perfetto di uomo ideale nominato Dott. Jack Shephard... Interpretato da un Matthew Fox anonimo per il mio bagaglio di cultura cinematografica ma comunque fondamentale per invogliarmi a proseguire la visione delle stagioni una dopo l'altra... Il quale prediligo in modo nettamente più appassionato con i capelli rasati (simile ad un marine <3 ).
Nonostante ciò ammetto di aver infine conseguito ad un'altra preferenza per il personaggio. Ho preferito Desmond Hume interpretato da un malleabile e versatile Henry Ian Cusick. Proprio per la sua capacità di rendere vivo un personaggio dalle varie sfumature di carattere e le diverse crescite interiori ed esteriori ho adorato alla follia il suo ruolo. Non l'avevo mai visto prima di Desmond perciò sono intenzionata a visionare la sua filmografia e constatare se potrebbe diventare uno fra i miei attori preferiti.

CONCLUSIONE
Ne è valsa la pena solo per l'ultima puntata. Colma di tensione e sentimento anche se a tratti velata di banalità (facilmente tralasciabile). Comunque perfetta. Son felice di aver analizzato questo doloroso telefilm. E di averlo concluso.


P.S. Chi dice che non dà risposte il finale non ha colto nulla della trama di base spiattellata pian piano per tutti gli episodi. É palese anche per un'idiota come la sottoscritta! Quindi significa che non ha seguito affatto la sceneggiatura od ha mantenuto una mente chiusa per tutta la durata... La risposta è stata data alla fine ed il finale non è affatto aperto anzi ha una serratura chiusa con una chiave spirituale.

Un bacione da LaRaccontastorie

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